È UNA JEEP CHE AMA IL SILENZIO

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08/04/2018
È UNA JEEP CHE AMA IL SILENZIO


Torino, marzo

Questa settimana voglio parlarvi di un’automobile, la nuova Compass. La Compass, nel 2006, con il marchio Jeep, era sbarcata ufficialmente in Europa debuttando nel segmento degli Sport Utility Vehicle, cioè veicoli dall'aspetto simile a una monovolume e a una familiare con alcune caratteristiche dei fuoristrada compatti. Della Compass esiste anche la versione di maggiore prestigio battezzata 2.0 Multijet II 170 CV, cioè cavalli, con trazione integrale Auto9 Trailhawk, basata su una piattaforma Renegade allungata e su sospensioni potenziate in grado di assicurare un buon livello di comodità, anche se, in curva, le sospensioni anteriori si rivelano poco precise.

Quanto agli interni, la plancia di bordo della Compass riprende quella della Renegade con il sistema di navigazione che adotta uno schermo da 8,4 pollici. Esso beneficia di una nuova interfaccia molto leggibile e particolarmente ergonomica. Invece non è stato ampliato, come sarebbe stato necessario, il numero di vani dove riporre i piccoli oggetti che si portano a bordo. D’altro canto, la posizione di guida è eccellente, con un migliore appoggio sulla schiena e un migliore contenimento a livello di seduta, mentre i passeggeri che prendono posto posteriormente apprezzano lo spazio a disposizione per le gambe. Anche il posto posteriore centrale, spesso inutilizzabile su questo tipo di veicoli, si rivela molto confortevole, anche se questa generosità ha un risvolto poco piacevole: la capacità del vano bagagli, che con tutti i sedili in posizione è di appena 438 litri, è inferiore a quella di molti modelli concorrenti. Se la vettura dotata anche della ruota di scorta esterna, lo spazio si riduce ulteriormente a 388 litri. Come unica consolazione, la plancetta di fondo del vano bagagli è regolabile in altezza su tre livelli e questo ha permesso di ottenere uno spazio di carico piatto anche quando il divano posteriore è abbattuto.

Per quanto riguarda le finiture, qualche accenno alla mentalità riduttiva americana è rimasto, per esempio, nei rivestimenti in plastica, di livello medio o medio-basso, come le plancette dei tavolinetti presenti nello schienale dei posti anteriori. La Compass offre varie possibilità di scelta di motorizzazioni: fra i propulsori a benzina, segnalo in particolare quello 1.4 MultiAir disponibile con 140 CV, BVM6, a sei marce e a due ruote motrici, oppure il 170 CV, BVA9, a quattro ruote motrici. Fra i diesel emerge il propulsore 1.6 Mit con 120 CV, disponibile con due sole ruote motrici, quelle anteriori. 112.0 Mit, con 140 CV o con 170 CV, è proposto anche con quattro ruote motrici, cioè con la trazione integrale. Questa offerta non trova concorrenti nel segmento dei fuoristrada. Il modello più prestigioso della Compass, quindi anche il più costoso, il 2.0 Multijet 11 170 CV a quattro ruote motrici Auto9 Trailhawk, è ideale per chi intende affrontare percorsi non asfaltati impegnativi.

La mia scelta ha preso in considerazione il modello 2.0 Multijet turbodiesel con 140 CV di potenza e cambio automatico a nove rapporti, versione destinata a un grande successo poiché la Fiat Chrysler Automobiles è riuscita a realizzare un Suv il più vicino possibile a un vero fuoristrada, non deludendo così i puristi delle quattro ruote motrici e i fedelissimi del marchio italoamericano senza incidere sulla comodità e sulla piacevolezza di guida. La vettura pesa milleseicentoquindici chilogrammi, che diventano millesettecentosei chili nella versione più prestigiosa Trailhawk. Sono molti per un’automobile lunga soltanto 4,39 metri, con 140 CV di potenza e 380 Nm, cioè Newton per metro, di coppia sviluppati dal propulsore 2.0 turbodiesel, non sufficienti per rilanci sostanziosi e incisivi in accelerazione e in ripresa. Soprattutto non consentono alla vettura di mettere in soggezione la concorrenza. I punti di maggiore valore vanno cercati altrove. Per esempio, nella insonorizzazione dell'abitacolo, che sfiora la perfezione e rende i viaggi piacevoli, e ancora più nella tenuta di strada, che è al livello di un fuoristrada di classe superiore.

Mettersi al volante di un compromesso fra strada asfaltata e fuoristrada, tanto più che la parte posteriore, molto elastica, "sgambetta" ampiamente nel caso di un colpo secco del volante. Proprio da questo comportamento ho desunto la necessità di viaggiare con una certa prudenza, tanto più che lo sterzo, sostanzialmente molto assistito e dalla consistenza variabile, non permette di percepire il livello reale della velocità alla quale si può viaggiare mantenendo nel contempo immutata una ottima tenuta di strada.


Sa superare pendenze severe

Il cambio automatico a nove marce, l'unica trasmissione proposta con questo motore, e la trazione integrale di serie si sono dimostrati durante il test in città, cioè Torino, e sulle strade e autostrade piemontesi non particolarmente reattivi per adattarsi nel modo migliore allo stile di chi è alla guida. Davanti al volante vi è la rotella che comanda tutte le funzioni del sistema della trazione integrale in base alle condizioni del fondo stradale, dalla neve alla sabbia, dal fango al fondo sassoso. Anche la coppia sviluppata dal motore, 380 Nm a 1.750 giri al minuto, ha dato dimostrazione di sapere superare le pendenze più severe oltre ad avere una eccellente presa sul fondo stradale innevato, complici gli pneumatici M+S che avevo provveduto a montare viste le condizioni ambientali prettamente invernali. Essi, però, sono stati anche fonte di fastidiose rumorosità. Il cambio a nove marce è eccessivo e si può rivelare un'arma a doppio taglio per i consumi.

Le sospensioni, anteriormente del tipo MacPherson e posteriormente ad assale multibraccia, assicurano una ottima tenuta di strada, ma non bisogna mai farsi prendere la mano perché quando il fondo stradale diventa infido è facile sbagliare marcia e allora sono guai seri. Comunque, ostacolo più temuto da affrontare con cautela sono i dossi rallentatoti, che spesso si incontrano sulle strade delle nostre città, che bisogna "attaccare" con cautela.

Gianni Marin Scarica PDF