L’highlander delle 4x4 Wrangler colpisce ancora

La Repubblica
16/07/2018

L’highlander delle 4x4 Wrangler colpisce ancora

“Ce n’è una sola”, recita la scritta all’ingresso del Camp Jeep® nei boschi di Spielberg ed esprime tutto l’orgoglio l’affermazione dell’highlander delle fuoristrada, quella Wrangler rimasta praticamente l’ultima di una categoria di 4x4 che si pensava estinta sotto l’impero dei Suv. Invece l’icona rilancia e la sua nuova campagna europea parte proprio dall’Austria, dove è in programma il più importante raduno di Jeep® del vecchio continente.

La nuova Wrangler si fa forte del suo ruolo di testimone oramai incontrastata del settore; sospesa la Land Rover Defender, dimenticata la Hummer, più o meno “imborghesite” le altre concorrenti, l’icona americana può dedicarsi anima e corpo alla sua nicchia fatta di inguaribili estimatori del fuoristrada duro e puro, sia praticato sia solamente esibito. Perché, inutile negarlo, il bello di tutte le Wrangler sta ugualmente nelle loro capacità ogni terreno come in quell’aspetto da “giocattolone” che fa allegria al solo pensiero di usarlo.

La colonna portante di questo modello sono gli appassionati che non perdonerebbero il tradimento di una cultura che dura dalla fine degli anni 40 quando lo strumento di guerra Willys MB si è trasformato in strumento di svago per i boschi, le praterie e i deserti americani. La novità sta nella globalizzazione di questa nicchia che vede la Wrangler affrontare i mercati occidentali con molta più determinazione che in passato. Per fare questo e per stare al passo con i tempi (e le regolamentazioni) il nuovo progetto Wrangler ha cambiato molto dell’hardware conservando praticamente solo l’architettura, a partire dallo “scandaloso” telaio a longheroni con sospensioni a ponte rigido, delizia dei tradizionalisti e orrore dei raffinati della guida.

Con questa nuova Wrangler si è spremuto tutti il possibile dallo schema originario salvaguardando le impareggiabili caratteristiche in fuoristrada e riuscendo a conferire a entrambe le versioni (la due porte a passo corto e la quattro porte a passo lungo, lunghe rispettivamente 4,33 e 4,88 metri) una guidabilità e un comportamento stradale molto più “urbani”. Il resto lo fanno il comfort migliorato, il livello di qualità nettamente superiore al passato e le dotazioni nelle quali ora rientrano tutti gli equipaggiamenti imposti dalla modernità, dai sistemi di infotainment e connessione alle luci a Led, dal tetto apribile elettrico al cambio automatico a 8 rapporti.

L’altro passo avanti riguarda le motorizzazioni “europee”: un benzina e un diesel in linea con gli standard attuali in fatto di prestazioni, efficienza ed emissioni. Il primo è un due litri turbo con 272 Cv; il secondo è una versione specifica del 2,2 litri a gasolio con 200 Cv.

Parlare di Wrangler significa parlare di una gamma incredibilmente estesa, per versioni base e per le infinite possibilità di personalizzazione. I due modelli, la due e la quattro porte, sono disponibili con carrozzerie a tetto rigido o apribile in tela e con allestimento Sahara (quello più civile) o Rubicon, destinato ai fuoristradisti, con pneumatici speciali e trasmissione specializzata (ridotte ancora più corte, blocco dei differenziali e barra anteriore escludibile). Entrambe hanno capacità fuoristradistiche oltre ogni normale esigenza, ma il pensiero di poter fare ancora di più rende la Rubicon un “giocattolo” irresistibile per i cultori del genere. Ovviamente nessuno regala nulla e Jeep® sa cosa può chiedere per questa Wrangler evoluta, di conseguenza, rispetto alla generazione precedente, il listino è lievitato e il livello di partenza è passato a poco meno di 50.000 euro per arrivare a circa 65.000.

Scarica PDF