Nuova jeep® wrangler

Cesare Cappa
01/10/2018

Nuova jeep® wrangler


Com’è e come va la più recente versione dell’icona americana del fuoristrada per darvi le prime impressioni di guida abbiamo partecipato alla rubicon trail


La camicia a quadri è d'obbligo; così come la conoscenza del genere country e una certa propensione per falò e vita all'aria aperta. Se poi foste pure suonatori di banjo, beh: sareste proprio a cavallo. Perché per vivere al meglio l'esperienza della Rubicon Trail, la via più yankee per fare off road, questi (e molti altri) sono gli elementi irrinunciabili.

In Sierra Nevada non ci sono alberghi 5 stelle né intrattenimenti social, niente wi-fi diffuso o stories in cui perdersi. Per una volta è il panorama (mozzafiato) a rubare la scena. In fondo siamo in quel lembo di terra tra California e Nevada tracciato dal fiume Rubicon, uno spettacolo. E l'assonanza con il nostro Rubicone non è casuale, nemmeno nella narrazione storica.

Però in questa America, i pionieri dei tempi moderni "cavalcano" rigorosamente fuoristrada Jeep® fin dal 1953. Ci pensò un manipolo di appassionati a battezzare il trail con le celebri vetture americane: partirono in 153 dalla città di Georgetown in direzione Lago Tahoe, attraverso i passaggi che hanno fatto la storia del West. Un sentiero audace, dettato dalla necessità e non dal piacere.

Insieme alle prime Jeep® la consacrazione: Rubicon Trail oggi è per tutti il tempio del fuoristrada. È lungo poco meno di 20 chilometri, ma gli ostacoli da superare sono tali che la classificazione di percorso off-road non è sufficiente. Questo è un vero e proprio trial. Le numerose difficoltà sono liberamente offerte dalla natura, che provvede con rocce e pietre, la cui disposizione è tale da rendere imprevedibile ogni metro. Qui conta soprattutto la tecnica, il piede di velluto (sia sull'acceleratore che sul freno) e la fiducia verso il proprio Jeepers® di riferimento. Ovvero la guida specializzata, perché pensare di avventurarsi da soli in queste lande non avrebbe senso. Bisogna sapere dove e come piazzare le ruote su una roccia. L'esperienza è unica, e per noi è ancor più speciale perché è l'occasione per conoscere da vicino il nuovo modello di Jeep® Wrangler. Una garanzia. Provarlo qui per la prima volta è un po' come iniziare gli studi con un master. Vestito per l'occasione, installa le specifiche della versione più estrema in gamma, la Rubicon appunto, come il sistema di trazione integrale con rapporto per le marce ridotte di 4.0:1 (2.72:1 quello di Sahara e Sport).

Questa variante si chiama Rock-Trac. Anche le sospensioni, pur conservando lo stesso schema a bracci multipli sia all'avantreno che al retrotreno, hanno delle specifiche esclusive. Poi c'è pure il sistema Sway Bar che consente di disaccoppiare la barra antirollio anteriore, aumentando così l'escursione delle sospensioni. Il telaio a longheroni è una certezza: le capacità di Rubicon sono (quasi) senza limiti, Wrangler pare un ragno motorizzato. Anche quando la trazione sembra venir meno, basta bloccare i differenziali per agguantare roccia a sufficienza per scavalcare l'ostacolo. Al resto pensano le ridotte, il cambio automatico a otto rapporti e il nuovo motore turbo benzina da 272 cavalli. Forse un po' debole in America dove anche i tosaerba sono V8 da milalitri, perfetto invece da noi nella vecchia Europa.

In quanto a coppia e prontezza ai riflessi, non ha molto da invidiare al V6 della famiglia Pentastar che in Italia non vedremo mai in via ufficiale. Ovviamente il pezzo forte nello Stivale sarà ll 2.2 litri turbodiesel da 200 cavalli. In fondo a noi il cetano piace, almeno quanto agli americani garba la personalizzazione della propria Jeep®. Oltre il 90% attinge al ricco catalogo firmato Mopar (Jeep® Performance Parts, nel mercato Nordamericano). Alcuni accessori non sono disponibili in Italia, perché cozzano palesemente con le regole in materia di sicurezza dei pedoni. Ma qui siamo in America, alla Rubicon Trail dove tutto è concesso. Il primo contatto con Wrangler fila liscio e convince.

Dopo quasi sei ore di guida a una velocità media da lumaca (circa 4 km/h), arriviamo al primo campo base. Una suite formato canadese, acqua "corrente" direttamente dal secchio, la luna come lampadario, l'immancabile falò a far da saloon. Nonostante a bordo la vita sia semplice persino a queste latitudini, merito dei sedili comodi e dell'elettronica semplice e intuitiva che fa sempre la sua parte, oggi di ostacoli ne sono stati superati parecchi. Guidare Wrangler sulle strade di tutti i giorni sarà una passeggiata; portare con sé un po' di quel fascino autentico e "ruvido" di questi luoghi, proprio come un vero Jeeper®, sarà un vanto. In fondo l'icona Wrangler è (anche) questo.

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