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QuattroxQuattro_Evolution
01/03/2018
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Testare un nuovo modello di autovettura è sempre una grande emozione e fonte di notevole curiosità per qualsiasi giornalista che si occupi di motori. Avere però l'occasione di provare la nuova Wrangler JL quando ancora in Europa non è stata presentata, e per di più poterlo fare là dove è nato il mito della Jeep, è un vero e proprio onore nonché una libidine unica. Questa ghiotta opportunità mi è stata offerta da Jeep US, presente ad Hammertown in quanto partner della King of the Hammers. Sono consapevole che la versione europea della nuova Wrangler sarà lievemente diversa, e approfondirò più avanti l'argomento, ma ritengo comunque interessante raccontarvi le mie impressioni visive e di guida. La Wrangler che ho guidato nella Johnson Valley è una JL a 4 porte Rubicon motorizzata con il Pentastar V6 di 3.6 litri da 285 cavalli e 352 Nm di coppia, abbinato ad un cambio automatico a 8 rapporti. Le prestazioni e la fluidità di questo motore sono veramente impressionanti, con una buona progressione che fa ben sentire tutti i suoi cavalli. Purtroppo, dalle anticipazioni ufficiose che ho avuto, in Europa non arriverà mai ufficialmente questa motorizzazione a benzina, che sarà invece rimpiazzata dal nuovo 4 cilindri in linea turbocompresso di 2.0 litri con tecnologia eTorque da 270 cavalli e 400 Nm di coppia massima. A detta degli ingegneri FCA un ottimo motore che, seppur di cilindrata inferiore, ha potenza e coppia da vendere. Preferisco però attendere la presentazione in Italia per parlarvene a ragion veduta. Il cambio automatico a 8 rapporti mi ha permesso di disporre sempre della marcia più adeguata, con una buona fluidità nelle cambiate. La guida su strada è molto piacevole e confortevole, con le sospensioni che lavorano abbastanza bene e limitano il rollio laterale anche negli inserimenti in curva più decisi. In off road la trazione con il nuovo sistema Rock Trac 4x4 e la maggiore mobilità degli assali sono Questa JL è molto divertente da guidare sulle piste anche se ho notato che sulle woop, con cinque persone a bordo, le sospensioni posteriori vanno spesso a fine corsa. È vero, ho voluto esagerare con il carico ma secondo me restano un po' troppo morbide. Per quanto riguarda la mobilità nel fuoristrada più impegnativo, non mi è stato permesso di guidarla in un trail del Lakebed ma Dave Cole e JT Taylor, che lo hanno fatto proprio sul percorso delle qualifying, ne sono rimasti piacevolmente soddisfatti: “Il Crawl Ratio è fantastico!".

Esternamente il nuovo design, che non rinnega le origini e la storia di Jeep, mi piace di più di quello della JK. In particolar modo mi sono innamorato della nuova calandra frontale, che regala un aspetto più aggressivo, e delle prese d'aria sui passaruota anteriori che, oltre a conferire sportività al look, sono funzionali alla dispersione del calore del vano motore e all'eliminazione della vibrazione del cofano che caratterizza la JK. Altri due aspetti mi hanno colpito: i fender anteriori, che sono più alti, ed il cofano della versione Rubicon che trovo fantastica. Peccato che non sia presente sulle altre versioni. Un discorso a parte merita il paraurti anteriore. Nella versione a stelle e strisce è molto bello, compatto e ben si integra con il resto del corpo della JL. Peccato che in Europa non sarà lo stesso e ci dovremo accontentare dell'inguardabile "fioriera" che già equipaggiava la serie precedente. La cosa più bella dell'abitacolo è sicuramente il soft top che si apre elettricamente per la sua intera lunghezza (optional): un vero spasso per chi preferisce non avere un tetto sopra la testa. Le plastiche del cruscotto sono in puro stile americano, quindi di qualità e finitura non elevate, ma la cosa che meno ho apprezzato è la colorazione vivace dello stesso. A parte questo aspetto soggettivo, seduti alla guida ci si trova in posizione molto comoda e con una buona visibilità esterna. Sul sedile posteriore si siedono tre persone di media corporatura, anche se si ritrovano abbastanza "appiccicate".

In conclusione, trovo la JL più bella e con alcune interessanti migliorie rispetto alla JK. In sintesi, mi sono piaciuti: l'erogazione della potenza del motore; la mobilità in off road; il paraurti anteriore ed il cofano (foto 1); le prese d'aria laterali e i fender più alti (foto 2); la funzionalità del tetto in tela apribile Sky One-Touch. Invece non mi sono piaciute: le sospensioni morbide a pieno carico e sulle woop ad alta velocità; la plastica del cruscotto e la sua colorazione (foto 3).


INTERVISTA A TONY CARVALLO

A giudicare da quello che mi è successo in California, potrei dire che è proprio vero che l'America è la terra delle opportunità. Dopo aver avuto il piacere di provare il nuovo JL Rubicon, ho avuto l'onore di conoscere e di passare una bella giornata con Tony Carvallo, uno dei cinque product planning manager che ha seguito per FCA tutto lo sviluppo della nuova Wrangler. Vista la ghiotta occasione, è stata d'obbligo l'intervista.

“A quando risale la tua passione per il fuoristrada?”

“Da sempre potrei dire. Mi ricordo che già a dieci anni divoravo le riviste di off-road e ritagliavo gli articoli o le foto che mi piacevano per appenderli nella mia cameretta. Con il passare degli anni questa mia passione è sempre più cresciuta fino a quando ho potuto guidare e li ho capito che la mia vita era il fuoristrada. Contemporaneamente mi sono innamorato dei 4x4 di Jeep ed ho coltivato il sogno di realizzarne una.

“Cosa hai fatto per realizzare questo tuo desiderio?”

Beh, prima di tutto ho studiato e sono diventato ingegnere. Una volta laureato ho avuto l'occasione di essere assunto in Jeep.”

“Ci puoi raccontare la tua carriera in Jeep?”

È iniziata nel 1999 come durability engineer dove eseguivo i test sulle vetture per poi passare ad essere service parts engineer. Successivamente come off-road performance engineer ho collaborato alla creazione ed allo sviluppo per Mopar di alcuni esemplari veramente unici come: Mopar Immortal, Mopar U Stoker, Mopar General. Mopar JK8, Mopar Sandtrooper e Mopar Blue Crush. I miei ultimi 4 anni in Jeep li ho passati come Wrangler product planning manager dove, insieme ad altri quattro ingegneri, abbiamo sviluppato la nuova Jeep Wrangler JL.

“Ora lavori per Dynatrac, cosa ti ha spinto a cambiare?”

Nel 2017, finito il progetto JL ero in cerca di nuovi stimoli. Dopo aver coronato il mio sogno di realizzare una Jeep, mi sono posto un nuovo traguardo: modificare e preparare Jeep in base al mio desiderio. Dynatrac mi ha dato questa possibilità e il primo lavoro che ho seguito per loro è stato il Code 1 che rispecchia in pieno la mia anima di rock crawler e di viaggiatore.

“Torniamo a Jeep e alla nuova Wrangler. Sono molto curioso di sapere come è stato lo sviluppo della JL.”

“Credo che la cosa più bella sia stata il fatto che sia io che gli altri 4 Product Planning Manager eravamo tutti appassionati di off-road. Abbiamo avuto la possibilità di trasferire la nostra esperienza come fuoristradisti nello sviluppo del nuovo Wrangler e questo oltre ad essere un onore credo si possa vedere in tanti piccoli particolari del risultato finale.”

“Come avete operato per progettare la JL?”

“Ovviamente siamo partiti dalla JK. L'abbiamo analizzata e, per prima cosa, abbiamo lavorato per ottimizzare tutti quegli aspetti che non andavano o che non ci piacevano. Nella fase di progetto, l'aspetto fuoristradistico è sempre stato molto importante. Fortunatamente tutti e cinque siamo fuoristradisti, così tutto è stato molto più semplice.”

“Ci puoi parlare alcune novità introdotte nella JL e che magari nelle presentazioni ufficiali non vengono descritte?”

La Wrangler JL presenta molti aspetti nuovi; alcuni dei quali enfatizzati nelle presentazioni ed altri che forse non verranno mai descritti ufficialmente. Tra le cose che ritengo più importanti per il fuoristrada sono la nuova generazione dei ponti Dana ma soprattutto il nuovo sistema di ancoraggio degli ammortizzatori studiati per essere facilmente rimpiazzati (foto 1) con versioni aftermarket ed anche posizionati, come quelli posteriori, per essere più performanti. Infatti, al retrotreno gli ammortizzatori fissati esternamente al telaio (foto 2) permettono una migliore mobilità del ponte. Le prese d'aria laterali oltre ad essere belle sono funzionali ad eliminare la vibrazione del cofano presente sul JK. Il sistema di fissaggio delle porte è stato migliorato per facilitarne la rimozione ed il montaggio ed anche il parabrezza è fissato in maniera diversa e si pile rimuovere completamente e con minor fatica. Infine, il soft top è meglio fissato con attacchi più semplici e veloci.

“Qualche chicca che hai nascosto nel JL?”

Qualche cosa c'è! Ad esempio, se guardi i ganci di chiusura del cofano (foto 3) noterai una svasatura creata per fare passare il cavo del comando del verricello fino al guidatore in modo che durante le operazioni di winching non vada sulle ruote. Lo sai, noi americani quando siamo all'aria aperta ci piace avere sempre in mano qualche cosa da bere, caffè, bibita o birra, Quando però apri il portello posteriore per prendere qualche cosa non sai mai dove mettere la lattina... ecco che la svasatura superiore è fatta in modo che si possa appoggiare la nostra lattina (foto 4). Anche lo spazio interno tra cofano e motore è pensato per poter accogliere contenitori di alluminio per scaldare il cibo (foto 5).

“Il prossimo anno dovrebbe arrivare un nuovo pick-up di Jeep, ci puoi anticipare qualcosa?”

(Sorride) Purtroppo niente, mi spiace ma quando ho lasciato Jeep ho dovuto firmare molti documenti di riservatezza e non posso parlare di questo. Scarica PDF