JEEP® RENEGADE

Quattroruote
01/08/2018

Frontale rivestito e novità dentro il cofano: con il restyling del MY 2019, debuttano i due nuovi turbobenzina a tre e quattro cilindri. Invariati gli interni, così come il feeling di guida

La Renegade cambia voce. Oltre a introdurre la nuova calandra, i proiettori full Led, i gruppi ottici posteriori ridisegnati e altri elementi inediti come i cerchi da 19", il Model Year 2019 battezza due propulsori destinati a rivoluzionare la gamma benzina: il tre cilindri mille da 120 CV e il quattro cilindri di 1.3 litri da 150 o 180 CV. Prodotta in Polonia, la nuova famiglia sostituisce i millequattro MultiAir e tira la volata al futuro ibrido del modello (sia plugin sia mild) delineato nel piano di Sergio Marchionne. L'aggiornamento della Suv compatta mantiene tutti gli interventi introdotti dal MY 2018 a livello d'interni e d'infotainment (il sistema Uconnect è sempre disponibile con schermi da 5", 7" e 84"), limitandosi a rinfrescare il Dna di una Suv moderna, affabile e semplice da guidare: la vista sulla strada è sempre rassicurante e ampia, la marcia gradevole e puntellata da un'apprezzabile percezione di solidità, sicurezza e tenuta, sia sull'asfalto sia sullo sterrato.

TAGLIO DEI CONSUMI

Su questo solido impianto s'innestano le due novità, provate nelle vicinanze del tracciato FCA di Balocco. Il tre cilindri, testato su una Limited a trazione anteriore e con il cambio manuale a sei marce, può contare su una verve non comune per la categoria e si candida a vivace entry level per i movimenti quotidiani; di contro i "milletré", nella versione da 150 cavalli con il cambio automatico Dct a doppia frizione e sei rapporti, si distingue per l'equilibrio generale. Silenzioso e pronto nella risposta, questo quattro cilindri dà alla Renegade quello spunto in più che torna utile nei tratti extraurbani e autostradali, frangenti in cui si possono apprezzare le comodità del cruise control adattivo e del mantenimento della corsia, ora di serie su quasi tutte le versioni. Per quanto riguarda i consumi la Jeep® si attende una riduzione di un buon 20% rispetto ai 1.4 MultiAir, che escono dalla gamma assieme all'1.6 E-Torq Evo da 110 cavalli. Sul fronte diesel, invece, restano gli inossidabili Multijet II (1.6 da 120 e 2.0 da 140 o 170 cavalli), rivisti a livello di turbo e aggiornati con il catalizzatore Scr per rispondere alla normativa Euro 6d. Tra gli allestimenti, si segnala il debutto del Limited S, ancora più più completo, mentre le versioni 4x4 ripropongono i selettori della trazione Jeep® Active drive e Jeep® Active drive low: una garanzia in termini di motricità.

MULTIAIR SI’, MA CON FILTRO

Gli inediti motori a tre e quattro cilindri turbobenzina sono due unità pressoché identiche, basate sullo stresso modulo da 33 cm3 di cilindrata, per una cubatura totale di 999 e 1.332 cm3, rispettivamente. Interessanti le soluzioni tecniche adottate, a cominciare dalla distribuzione MultiAir III, ovvero il peculiare sistema elettroidraulico di comando delle valvole di aspirazione (sviluppato dal centro ricerche Fiat e montato su vari motori del gruppo, a partire dal cilindrico TwinAir), che consente di variarne a piacere il grado di apertura e pure la fasatura. In tal modo si può eliminare la farfalla dell’acceleratore, perché la regolazione della coppia erogata del motore si ottiene aprendo più o meno le valvole stesse. Così aumenta il rendimento ai carichi parziali (ovvero quando si viaggia con poco gas) perché si evita la strozzatura causata dalla farfalla socchiusa. Inoltre, variando la fasatura, si può ottenere il cosiddetto EGR interno e, quando si richiedono maggiori prestazioni, è possibile allontanare il pericolo di denotazione: ritardando la chiusura delle valvole di aspirazione, si riduce il rapporto di compressione senza ricorrere all’arricchimento della miscela, che comporterebbe un aumento del consumo. A questo proposito va segnalata pure la presenza dell’iniezione diretta, che contribuisce a ridurre la sete di benzina. Per rispettare le norme Euro 6D, che fissano limiti più bassi per l’emissione di poveri per questa tipologia di motori, è stato inoltre adottato il filtro antiparticolato Gpf (Gasoline particulate filter). Tra le altre caratteristiche da menzionare, il basamento di alluminio integrato da una struttura inferiore avvitata, sempre di lega leggera, per aumentare la rigidezza: il comando della distribuzione a catena, privo di manutenzione e che aziona pure la pompa del liquido di raffreddamento; e l’intercooler raffreddato ad acqua, integrato nel collettore di aspirazione

GRINTA 4X4

A Balocco abbiamo guidato pure la Trailhawk Model Year 2019, ovvero la Renegade più cattiva e dotata per l’off-road. Con una luce a terra di 21 centimetri e il turbodiesel MultiJet da 170 cavalli (abbinato al cambio automatico ZF a nove marce con convertitore di coppia), la variante “hardcore” ha affrontato con disinvoltura il percorso sterrato, superando pendenze fino al 57%. Oltre al tasto 4x4 Low per il trasferimento di coppia in funzione del fondo, il Selec-terrain della Trailhawk integra l’esclusiva modalità Rock, studiata per massimizzare la trazione sulla ruota.

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