Jeep® Grand Cherokee Trackhawk

Guida SUV
01/11/2018

Jeep® Grand Cherokee Trackhawk

È la più potente e veloce Jeep® mai costruita. L'abbiamo provata sulla pista di Balocco e ci siamo trovati al volante di una bruciasemafori capace di grandi accelerazioni, dall'aspetto corsaiolo e dotata di dettagli super raffinati

È l'auto aziendale di Cristiano Ronaldo, ma è soprattutto l'espressione più eccitante dell'American way of life veicolata dal marchio Jeep®. Che da un lato propone modelli a forte vocazione offroad, come la Wrangler o la Grand Cherokee Trailhawk, dall'altro offre vetture più orientate all'asfalto se non alla pista, come la Grand Cherokee SRT o questa Trackhawk. Una vera e propria bruciasemafori, capace di accelerazioni da dragster (0-100 km/h in 3,7 secondi) e di una velocità di punta pazzesca, 290 km/h, un valore che pone la 4x4 yankee al terzo posto tra le SUV più rapide, dopo la Bentley Bentayga W12 e la Lamborghini Urus da 650 CV. Quanto a potenza, i 710 CV della Trackhawk non hanno rivali in tutta la produzione di serie mondiale.

IN FONDO, È CONVENIENTE

Con un listino di 128.000 euro e una potenza di 710 CV, la novità americana è uno dei modelli high-performance più attraenti nel rapporto prezzo-prestazioni: poco più di180 euro per ogni cavallo, contro i 320 euro della Urus o i 200 euro della Mercedes AMG GLC63S da 510 CV. O i 192 euro della Infiniti Q70 V8 da 390 CV, che dispone di un motore con il medesimo frazionamento della Jeep®, ma di potenza nettamente inferiore. La Trackhawk condivide il propulsore Hemi di 6.166 cc già adottato dalle Dodge Charger e Challenger SRT Hellcat: esprime 710 CV a 6.000 giri/minuto e una coppia massima di 875 Nm a 4.800 giri/minuto, complice il compressore meccanico. Basilarmente si tratta di una unità motrice contraddittoria: la distribuzione è a 2 valvole per cilindro, come ormai non si usa più, ma la fasatura variabile riconsegna la Grand Cherokee al mondo contemporaneo. Il sound è stupefacente, da solo vale quasi tutto il prezzo dell'auto: un gorgoglio penetrante al minimo che si trasforma prima in un ruggito e poi in un boato, quando il V8 viene portato ai regimi più alti. Dove la Trackhawk si spinge volentieri, a differenza delle rivali turbocompresse, che mostrano il fiato corto già a 4-5mila giri.

TRA LE CURVE DI BALOCCO

La mettiamo subito alla frusta sulla pista di Balocco. Il prologo consiste nel verificare la qualità dell'accelerazione, aiutati dal Launch Control: la funzione è accompagnata dall'accensione e dallo spegnimento di una serie di LED, a mo' di semaforo, sul tunnel centrale. Al termine della procedura, con il piede destro affondato sull'acceleratore, la Trackhawk ci "spara" a 100 km/h nel tempo promesso di 3,7 secondi e potrebbe arrivare a 200 km/h altrettanto rapidamente, se non fosse che il "Misto Alfa" di Balocco ci impone di rallentare per inserirci nelle prime curve. Qui dobbiamo iniziare a fare i conti con il peso della Grand Cherokee, che raggiunge i 26 quintali a vuoto, e con il baricentro alto. Parliamoci chiaro, la Trackhawk si avvale di un assetto ribassato, di sospensioni tarate specificamente, di un impianto frenante Brembo adeguato alle prestazioni "monstre" della vettura. Basti pensare che i dischi anteriori ventilati in alluminio da ben 400 mm di diametro (i più grandi mai montati su un veicolo Jeep®) e i due rotori posteriori in alluminio da 350 mm presentano pinze rispettivamente a 6 e a 4 pistoncini verniciate in giallo, per evidenziarne le dimensioni generose. Bisogna quindi tenere conto di queste caratteristiche specifiche per maturare attese ragionevoli su quello che la più potente e veloce Jeep® mai costruita è in grado di offrire. E non si può fingere di ignorare che, nonostante la trazione integrale permanente che ripartisce ad hoc la coppia sulle ruote con più aderenza, un conto è andare "full throttle" in rettilineo, un altro è gestire peso e dimensioni "oversize" in mezzo alle curve. Va detto anche che la pista non è il terreno ideale per giudicare la Trackhawk: sarebbe riduttivo però confinare il suo fascino alle scorrazzate sulla Moyenne Comiche in Costa Azzurra o alle soste a motore accesso fuori dal Bar Magenta a Milano. Ma torniamo a Balocco: nei curvoni veloci, approssimandosi al limite, la Grand Cherokee tende a scivolare sulle quattro ruote, restando gestibile con acceleratore e sterzo, mentre nello stretto prevale il sottosterzo in fase di inserimento in curva, che andrebbe anticipato il più possibile per cercare di aumentare la velocità di uscita. Quanto ai freni, premessa la bontà dell'impianto Brembo, occorre sempre tener conto della massa da rallentare e dimenticarsi quindi degli spazi d'arresto di un'Alfa Romeo 4C o di un'Abarth 124 Spider. Nelle manovre a velocità sostenuta, i sedili avvolgenti ispirati al mondo delle corse mantengono il guidatore saldamente in posizione, per il massimo controllo in ogni curva. II guidatore può inoltre personalizzare la risposta dell'auto: Con il dispositivo Selec-Trac si può scegliere fra cinque modalità di guida: Auto, Sport, Track, Snow e Tow. Ogni modalità permette di regolare nel miglior modo possibile le sospensioni, la distribuzione della coppia, gli intervalli del cambio, il controllo di stabilità e la mappatura del motore. È prevista anche una modalità SRT, mentre il guidatore può anche impostare liberamente i parametri premendo il tasto Custom.

DETTAGLI RAFFINATI

Le raffinate finiture esclusive in fibra di carbonio (su plancia e fianchetti porta) e la selleria in pelle Laguna danno origine a un abitacolo dall'aspetto corsaiolo. II pomello del cambio, il tachimetro con fondo scala a 320 km/h e i battiacco con la scritta Supercharged regalano emozioni anche da fermo. II quadro strumenti parzialmente digitale permette di optare per le modalità di visualizzazione preferite. Il sistema Uconnect da 8,4 pollici al centro della consolle prevede la funzione Performance Pages, che presenta un'ampia gamma di cronometri e indicatori. Un dinamometro misura istantaneamente la potenza e la coppia sviluppate dal motore, le accelerazioni laterali e trasversali generate (in forza g) e la funzione di salvataggio consente ai proprietari di memorizzare i rilevamenti su una periferica USB. In evidenza anche la temperatura e la pressione dei liquidi e la pressione di sovralimentazione.

PAROLA D'ORDINE: RAFFREDDAMENTO

La scritta Supercharged compare anche sulla parte inferiore delle porte anteriori, mentre la personalizzazione estetica più evidente e vistosa riguarda il frontale e il cofano, profondamente modificati rispetto alla SRT e al resto della gamma Grand Cherokee per far fronte alle particolari esigenze di raffreddamento del motore V8 Hemi. La parte inferiore dello scudo anteriore è stata totalmente ridisegnata e adotta prese d'aria maggiorate, mentre il cofano motore prevede due ampi sfoghi per evacuare il più rapidamente possibile l'aria calda generata dal V8 di 6,2 litri di cilindrata. Lo scudo posteriore, invece, è impreziosito da un accenno di diffusore mentre alle estremità figurano quattro terminali di scarico bruniti. In conclusione, trascurando i costi di gestione molto elevati (superbollo e consumo di carburante elevato, con un dato dichiarato nel ciclo combinato pari a 16,8 litri di benzina ogni 100 km e con i nostri rilievi in pista che parlano di percorrenze nell'ordine di 2 km/litro), questa Jeep® è un vero e proprio gioiello, un "attirasguardi" dall'efficacia straordinaria e un autentico pezzo da collezione. Da giudicare più con il cuore che con la ragione…O

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