BACK TO BASICS

Automobilismo
01/09/2019
BACK TO BASICS

Nella versione telonata a passo corto la Jeep® Wrangler JL rievoca tutta la semplicità della sua antenata Willys. IN un contesto così romantico i difetti diventano caratteristiche, e si riapprezza il gusto dello andare a spasso.

La fama di un prodotto si misura in tanti modi, ma se il suo nome diventa sinonimo di un genere... siamo di fronte a una vera e propria icona. La Jeep® per eccellenza è la Wrangler: nata per scopi militari, nel tempo è riuscita a civilizzarsi, senza per questo snaturare il proprio dna. Ecco quindi che nella sua ultima versione - nome in codice JL - la Wrangler (letteralmente "attaccabrighe") resta fedele all'impostazione di veicolo bellico, ovvero designato per essere...a prova di bomba. Anche nel più elegante allestimento Sahara, la Jeep® con la J maiuscola non tradisce le proprie origini, e ci ripropone - quasi 80 anni dopo il suo debutto - le stesse soluzioni tecniche, come telaio a longheroni separato dalla carrozzeria e sospensioni ad assale rigido su entrambi gli assi. Tutti gli altri componenti si sono naturalmente evoluti, e il balzo in avanti rispetto alla precedente versione JK, in termini di confort e prestazioni, è davvero notevole, al punto da poter quasi declassare la JL a suv, tanto è comoda e pratica, soprattutto se equipaggiata di hard top, che di fatto la rende confortevole come una vettura con carrozzeria chiusa. Se invece volete un mezzo all'insegna del divertimento, e che in qualche modo rievochi l'atmosfera dei veicoli militari, equipaggiate la vostra Wrangler con la capote in tessuto: vi ritroverete a bordo di una vettura di altri tempi. Scordatevi l'insonorizzazione data dall'ottimo tetto rigido: il dubbio di aver lasciato un finestrino aperto vi accompagnerà a ogni avviamento, così come una sensazione di spifferi provenienti da ogni guarnizione. Dimenticate anche l'efficace isolamento termico: nelle giornate più calde farete fare gli straordinari al robusto condizionatore. Ma non tutti i mali vengono per nuocere, visto che semplicemente sganciando le due chiusure frontali, potrete scoprire tre quarti del tetto, e godervi la guida en plein air. Se ciò non vi bastasse, dedicate 5 minuti della vostra gita per smontare - o meglio, sfilare - i pannelli laterali e posteriore, e ripiegare completamente la capote. Al momento la Wrangler è l'unica vera fuoristrada cabrio presente nel nostro mercato, e consente di apprezzare il vento nei capelli anche percorrendo la più impervia mulattiera. Se il vostro obiettivo è quello di passare più tempo su rocce e fango che su asfalto, meglio scegliere la versione Rubicon, dotata di blocco dei differenziali anteriori e posteriori, oltre che della possibilità di disconnettere la barra stabilizzatrice anteriore, e con marce ridotte ancora più "corte". Se invece le vostre intenzioni non sono così bellicose, la versione della prova è il giusto mix, grazie a un equipaggiamento di serie ben più ricco della versione base Sport, e a una dotazione tecnica di tutto rispetto, che rinuncia sì alle dotazioni specialistiche della Rubicon, ma non alla trazione integrale inseribile, con blocco del differenziale centrale e marce ridotte. Per muovere con grazia le quasi due tonnellate di peso, l'ultima erede della dinastia Wrangler vede completamente rinnovato il proprio parco motori, pensionando il collaudato V6 a benzina aspirato ed i 12.8 turbodiesel rispettivamente con un 4 cilindri turbo da 2 litri e ben 270 cavalli e con il più interessante - e presente sull'esemplare in prova - 2.2 td. Rispetto alla precedente unità il nuovo turbodiesel, nonostante la minore cilindrata, sfoggia un carattere più docile ma al tempo stesso robusto, grazie a una curva di coppia particolarmente robusta e a un'esemplare rotondità di funzionamento. Buona parte del merito va anche all'inedito cambio automatico a 8 rapporti, che senza strane mappature o logiche di funzionamento fa sempre il suo dovere, grazie a una spaziatura dei rapporti particolarmente azzeccata. Anche a livello dinamico, la serie JL è tutta un'altra macchina rispetto alla precedente serie, grazie a una taratura più morbida delle molle e ammortizzatori, mentre sterzo e impianto frenante sono forse i punti deboli più evidenti. Il primo risulta poco preciso a ogni andatura - ma basta farci l'abitudine - i freni invece, per quanto resistenti alla fatica, sono mossi da un impianto che ricorda quello di una sua diretta concorrente inglese, al punto che, per avere un minimo di feedback dal comando, è opportuno, dopo il primo affondo, lasciale il pedale e ripremerlo, così. da "caricare" il circuito: la manovra non è complicata, e con un minimo di pratica vi abituerete a questo, e alle tante altre caratteristiche della Wrangler. Questo è il prezzo da pagare se volete guidare un pezzo di storia dell'automobilismo, nella sua più moderna, comoda e appariscente versione.

CLASSICO E MODERNO

A differenza di alcune suo concorrenti, la Wrangler nelle varie edizioni è sempre rimasta fedele ad alcuni tratti estetici, che la rendono inconfondibile a cominciare dai proiettori anteriori circolari (foto 1), ora di serie a led, o i gruppi ottici posteriori applicati alta carrozzeria (foto 2). Il paraurti a sbalzo (foto 3) è tipico della versione destinata all’Europa, e si distingue dalla versione americana per i fendinebbia, posti alle estremità. La ruota (foto 4) di scorta è fissata al portellone posteriore, il supporto di questa integra la retrocamera, così da avere un migliore campo visivo. Scarica PDF