Jeep® Grand Cherokee In pista con la Trackhawk®, la Suv da 700 cavalli

Quattroruote.it
11/02/2017
Il mondo dell’auto (e no, a ben guardare) dall’altra parte dell’Oceano assume contorni sensibilmente diversi. E così, quasi fosse una sorta di contagiosa competizione senza regole tra costruttori, capita che vengano partorite idee estreme. Come quella d’infilare un V8 di 6.2 litri da 700 cavalli (a 6.000 giri) nel cofano di una Jeep® Grand Cherokee. Una Suv, appunto, e nemmeno tanto compatta neppure per gli standard nordamericani. Ecco servita la Trackhawk ®: un nome che è tutto un programma. Old School. Ora, giusto per indirizzarvi correttamente nell’interpretazione di un modello che altrimenti parrebbe del tutto privo di senso, vale la pena ricordare che da queste parti, negli States appunto, certe cose, tipo questa, sono oggetti di culto profondamente radicati nella cultura automobilistica americana e guai a chi li tocca. Lo si capisce dallo spessore tecnico dell’unità propulsiva: un V8 di 6.166 cm3 con monoblocco di ghisa, distribuzione ad aste e bilancieri e due sole valvole per cilindro. Sovralimentato da un compressore volumetrico a lobi. Roba d’altri tempi, verrebbe da dire, se non fosse che tutto quello che sta intorno ha, ovviamente, connotati decisamente più attuali. Come la trasmissione a quattro ruote motrici Quadra-Trac ® abbinata al cambio automatico TorqueFlite con convertitore di coppia a otto marce, le sospensioni adattive con ammortizzatori Bilstein, un potente impianto frenante con pinze Brembo e una serie di modalità di guida che variano opportunamente i parametri della distribuzione della coppia motrice sui due assali in funzione del tipo di utilizzo. Breve, ma intensa. È legittimo, a questo punto, chiedersi perché un gruppo che ha nel proprio portafoglio marchi di ineccepibile cifra prestazionale, decida di assegnare il titolo di “Suv più potente di sempre” (per adesso) a un brand che ha nel Dna ben altri valori. Bene, la risposta è arrivata puntuale sul piccolo tracciato dello Spring Mountain Motor Resort, a un’ora di macchina da Las Vegas, dove ci è stata concessa l’opportunità di guidare la Grand Cherokee Trackhawk ® per circa tre giri: l'outlap, un giro completo più un terzo di raffreddamento e due partenze con il Launch control, prima di riconsegnare le macchine. Un’esperienza breve, ma piuttosto coinvolgente. Sound 100% americano. Il punto d’incontro tra il V8 di 376 pollici cubi, accreditato di una coppia massima di 868 Nm a 4.800 giri, e il comparto tecnologico di trasmissione e telaio si fonde in una macchina dalle prestazioni brutali. Il motore non fa nulla per nascondere le proprie origini: il borbottio si trasforma rapidamente in un latrato rauco, che pare scaturire dalla colonna sonora di un poliziesco americano degli anni Settanta, mentre l’insieme sterzo-assetto-sospensioni pare più che adeguato al ruolo, permettendo di pennellare le traiettorie con una precisione che non diresti. Promossa in pista. Lo sterzo, che pure ha un carico inferiore a quanto avremmo desiderato, si difende bene in tema di prontezza e ci è parso tutto sommato all’altezza del compito quando si mettono le ruote in pista. La frenata è potente e il retrotreno - già leggero di suo - si scarica ulteriormente, sebbene ogni piccolo scompenso sia facilmente gestibile anche in modalità Track, la meno controllata dall’elettronica. Certo, bisogna fare sempre i conti con un veicolo che con due persone a bordo supera di slancio le due tonnellate e mezza. Anche se, quando scatta da fermo con il Launch control pare un fuscello… Ancora sei mesi d’attesa. La Jeep ® Grand Cherokee Trackhawk, e chi l’avrebbe mai detto, arriverà anche in Italia a partire dalla metà del 2018. Il prezzo sul nostro mercato, però, non è ancora stato fissato. Scarica PDF